Caffè Ophrys

via Nole 52, Torino


fino al 19 aprile 2024

Un invito alla fotografia "non finita"

In occasione di questa mostra vorrei proporre l’estratto di un documento pubblicato nel 1947 sulla rivista Ferrania dal circolo fotografico “La Bussola” di Senigallia. Si tratta di un manifesto a sostegno della fotografia come arte che prende definitivamente le distanze dalle convenzioni documentarie considerate funzionali ma prive di lirismo e quindi di sintesi poetica. Il documento è firmato, tra gli altri, da Giuseppe Cavalli e Luigi Veronesi, e a distanza di oltre 70 anni mi sembra sempre attuale: “Noi crediamo alla fotografia come arte. Questo mezzo di espressione moderno e sensibilissimo ha raggiunto con l’ausilio della tecnica ….. la duttilità la ricchezza l’efficacia di un linguaggio indipendente e vivo. È dunque possibile essere poeti con l’obiettivo come con il pennello lo scalpello la penna: anche con l’obiettivo si può trasformare la realtà in fantasia: che è la indispensabile e prima condizione dell’arte. … (il cui assioma fondamentale è che) in arte il soggetto non ha alcuna importanza”.

Ho cercato, pur senza pretese artistiche, di avvicinarmi al pensiero proposto da questi visionari. Al giorno d’oggi dove gli automatismi ed i software rendono la fotografia sempre più documentale e standardizzata sento la necessità, anche a rischio di fraintendimenti, di proporre immagini interiori, non finite, che sono, come ci ricorda il fotografo Paolo Pellegrin, un invito rivolto a chi guarda di instaurare un proprio dialogo.

                                                                                R.B.

Portfolio #03       Caffé Petit    c.so Re Umberto 15, Torino    fino al 19 aprile 2024